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Tumori al seno, firmato il patto per la prevenzione tra Camera e Komen Italia
Il mio papà ha un tumore al seno
20 Febbraio 2018
Nel 2011 papà nota che una ghiandola sotto il cavo ascellare era aumentata di dimensioni, rispetto a tre o quattro anni prima. Purtroppo non aveva dato importanza a quell’importante segnale. Non subito si è capita l’importanza della situazione, abbiamo perso almeno 6 mesi tra ecografie, ipotesi e viste mediche eseguite in centri non dotati delle opportune competenze. Arriviamo all’intervento dell’asportazione di questo linfonodo completamente impreparati noi, e forse, i medici stessi, doveva essere una cosa da nulla. Mentre aspettiamo che papà si svegli dopo l’operazione, il chirurgo usa quella parola che blocca il respiro: TUMORE. Un angelo, per chi crede, il caso, per chi no, ci fa incontrare la segretaria del medico che ci ha preso per mano. Veniamo informati della rarità della malattia nella sua tipologia, del protocollo da collaudare. Iniziamo la chemio, la radio, cadono i capelli e le terminazioni nervose delle mani e dei piedi fanno sentire e vedere quelli che sono gli effetti collaterali delle terapie. Papà reagisce positivamente alle cure; gioiamo, le lacrime scendono per quell’esito. La nostra felicità dura poco, ancora linfonodi sotto il cavo ascellare, si decide lo svuotamento e ancora terapie, ancora vittoria! Rincorriamo i linfonodi questa volta 49 nella zona sub claveale, ancora intervento chirurgico, ancora chemio ancora radio che limita papà addirittura nella deglutizione dei cibi. Ma lui è forte! Quello che ancora non è chiara è l’origine della malattia, qual è la ghiandola primaria? Dopo 5 anni di percorso una pet evidenzia un’area sospetta nella zona mammaria che i medici decidono di osservare e tra una terapia e l’altra e i vari controlli diagnostici sembra definirsi l’origine: tumore alla mammella destra. Papà viene operato nuovamente proprio come si fa con una donna procediamo con l’ago aspirato e l’asportazione della mammella ed il capezzolo. Ancora terapia e a breve pet. Questo percorso pieno di paure e dubbi, di poca storia clinica ha visto sempre vicino a noi medici e infermieri che hanno preso per mano tutta la nostra famiglia, ci hanno spiegato, incoraggiato e coccolato. Ma l’eroe, quello che tutte le bambine sognano, il principe è il mio papà! Sempre positivo, attaccato alla vita è stato lui il primo ad aver fiducia nella medicina a non farsi spaventare, a camminare anche quando le gambe sembravano non aver forza, a scrivere quando la mano non riusciva a tenere la penna, a sedersi a tavola quando non ne aveva voglia, a voler essere informato nei dettagli, a credere sempre. Il fiocco celeste anche negli uomini! Rif. medici: Prof. Paolo Marchetti, Dott.ssa Addario, Dott. Valeriani, Dott.ssa De Santis, Dott. Vigili, Dott.ssa De Galitiis, Dott.ssa Zappalà- Ospedale Sant.Andrea, San Carlo di Nancy, I.D.I