Recent Posts
- Febbraio, 2025
Aperto il Bando 2025 di Komen Italia per progetti nella lotta ai tumori del seno
Rugby for the Cure. 1° Giornata di Rugby al tocco a favore dei progetti di Komen Italia per la prevenzione ai tumori del seno
- Gennaio, 2025
Una serata di beneficenza al Teatro Massimo di Palermo a sostegno dei progetti di Komen Italia
Race for the Cure 2025 aperte le iscrizioni
Scegli il Servizio Civile con Komen Italia

Laura Mazzeo
3 Agosto 2023
Sono trascorsi 12 anni….12 anni fa a quest’ora entravo in una freddissima sala operatoria di un ospedale romano. Ero spaventata a morte, piangevo e tremavo. Ricordo solo un infermiere che mi teneva la mano mentre mi facevano l’anestesia e mi diceva di essere forte, che sarebbe andato tutto bene. Poi mi sono svegliata in camera e davanti al mio letto c’era il medico che mi ha operato (che non ringrazierò mai abbastanza) mio marito e mia figlia. Dicevano cose, ma io volevo solo sentire che ”l’ospite” era sparito del tutto… ancora non sapevo cosa mi aspettava. Ricordo la notte di capodanno, dalla finestra della camera vedevo i fuochi d’artificio sul cielo di Roma ed io pensavo a mio marito e a mia figlia in una camera d’albergo e a mio figlio e il nonno a casa. Soli. Un capodanno indimenticabile.. in tutti i sensi. Volevo solo tornare a casa, ma dopo qualche giorno mi fanno entrare in una stanza e mi comunicano che “l’ospite“ era stato tolto, ma è un po’ aggressivo e allora è bene fare un po’ di chemioterapia e in seguito anche un po’ di radioterapia. Ok, va bene. Si comincia. Un piccolo intervento per inserire il Pic e comincia la prima seduta e poi ogni 21 giorni si torna a Roma per la seguente. Un incubo. I capelli che cadono, la faccia di luna e il dolore..il dolore post chemio è uno dei più forti che abbia mai provato. E dopo..dopo si comincia con la radio. Ogni giorno alle 13,05 mi carbonizzano un pezzo, sempre lo stesso e io ogni giorno alle 13,05 vorrei essere ovunque ma non lì. Ripensandoci oggi credo che sia stato in assoluto l’anno più brutto della mia vita. Ma ora sono fuori. Sono una sopravvissuta e oggi, dopo 12 anni, devo ringraziare chi ha fatto in modo che questo avvenisse. In primis il mio Prof. che mi ha “obbligata “a fare la biopsia, poi il mio medico che mi ha operato l’antivigilia di capodanno e mi ha letteralmente salvato la vita (ora è un Prof stimato ovunque). La mia famiglia che non mi ha mai lasciato sola. Mai. Io, mio marito, mia figlia, mio figlio e mio suocero. Ce la siamo cavata alla grande noi cinque. Una squadra. Una forza. La mia forza. E la mia migliore amica (lei sa che parlo di lei) che mi obbligava a mangiare anche quando non trattenevo nulla, che mi obbligava ad uscire anche se non mi reggevo in piedi, lei che ha tagliato i suoi meravigliosi ricci per non farmi sentire sola. Ecco.. io sono qua dire a chiunque stia attraversando un periodo simile che “l’ospite” si può mandare via, ci vuole coraggio, tenacia, forza e anche un po’ di fortuna. Ma si può. Scrivo tutto questo per sensibilizzare le donne a fare prevenzione, a fare i controlli e soprattutto a fidarsi del proprio innato sesto senso. Noi conosciamo il nostro corpo e se sentiamo qualcosa che non va, qualcosa che non dovrebbe esserci, facciamo un controllo, perché “l’ospite” è furbo, ma noi di più!”