Recent Posts
- Ottobre, 2024
Inizia in Sicilia la Campagna Nazionale di Sensibilizzazione sui tumori del seno di Komen Italia
Torna la Race for the Cure in Campania
- Settembre, 2024
Nel mese Internazionale di Sensibilizzazione sui tumori del seno si rafforza la sinergia tra il Ministero della Cultura e Komen Italia a sostegno della salute femminile
Terapie Integrate nel percorso di cura delle pazienti con tumore del seno: da un privilegio per poche a un diritto per tutte
A Bologna circa 15mila presenze alla Race for the Cure per Komen Italia per sostenere la lotta al tumore del seno
Cristina
3 Febbraio 2023
Era il 23 marzo 2021 quando mi venne diagnosticato un cancro al seno. Da allora la mia vita è cambiata completamente, tutto intorno a me ha assunto un significato diverso, le certezze che avevo hanno iniziato a sgretolarsi come un castello di sabbia, le paure hanno preso il sopravvento, la spensieratezza che da sempre mi ha contraddistinto ha lasciato spazio alle inquietudini. Non si è mai pronti ad una notizia del genere, il cancro arriva e basta, non fa distinzioni, irrompe nella tua vita come un tornado, sradicando ogni cosa che incontra al suo passaggio. Il mostro aveva colpito me, una ragazza di appena 29 anni. Nei giorni che seguirono mi addormentai con la speranza di risvegliarmi da un incubo, ma purtroppo il cancro era realtà e a ricordarmelo c’era quel nodulo che stava proliferando all’interno del mio seno. Da allora ho sempre cercato di trovare una risposta alla domanda “Perché proprio a me?”. Nei mesi che seguirono mi colpevolizzai, ero convinta di aver fatto qualcosa di sbagliato nella vita per meritarmi un tumore. Poi un giorno, una Dottoressa mi disse: “Cristina, il Signore affida il male solo a chi è forte, a chi sa affrontarlo!”. Da allora mi aggrappai a quella frase. Iniziai a lottare contro i dolori non solo del corpo ma anche della mente che sono i più difficili da combattere, perché si attecchiscono ad ogni tuo pensiero, condizionando ogni tua scelta, ogni tuo gesto, anche il più stupido. Pensai “Posso sopportare tutto. Io devo lottare”. È con questo pensiero che affrontai i lunghi ed interminabili mesi di chemioterapia neoadiuvante e il successivo intervento di mastectomia bilaterale. Iniziai quindi a convincermi che il cancro non poteva mettermi in ginocchio, non poteva ostacolare le mie decisioni, le mie abitudini, le mie gioie quotidiane. Ho sempre cercato di sorridere alla vita, malgrado mi avesse donato il cancro, di resistere ai dolori lancinanti della chemio, alla sofferenza nel vedermi allo specchio senza i miei lunghi capelli neri e al cambiamento inarrestabile del mio corpo. Lottare, però, non mi sarebbe stato possibile senza il sostegno delle persone a me più care che hanno combattuto giorno e notte al mio fianco. Il cancro mi ha fatto capire chi veramente conta nella mia vita, cosa significa amore una persona ed essere amati nella stessa maniera, costruire con essa un futuro dopo il cancro, ha messo in risalto l’amore smisurato di una madre, di un padre, di un fratello, di una zia. Il cancro ti fa anche conoscere un mondo fatto di medici e infermieri che fanno di tutto per combattere in prima linea con te questa terribile malattia. Non è vero che gli angeli si trovano solo in cielo, gli angeli si trovano qui, intorno a noi e io ho avuto la fortuna di conoscerli. Mi riferisco ai medici che mi hanno curata. Senza di loro non sarei riuscita a superare il male che mi stava assalendo; mi hanno raccolta e guarita con una premura inimmaginabile. Mi sono sentita protetta, curata e soprattutto capita ed è questo che più serve a una persona che affronta le dure cure oncologiche. In questo percorso ad ostacoli, hanno avuto un’importanza particolare le donne e gli uomini che con me, ogni giovedì, affrontavano la famigerata chemio. Ricordo perfettamente i loro occhi, i loro sguardi, le loro parole, la forza e il coraggio che ci trasmettevamo per vincere la nostra battaglia. Dentro quella stanza tutto cambia ed è come se si vivesse in un mondo parallelo, incomprensibile agli occhi di chi ti aspetta fuori. Quel luogo ormai è parte di me e lo sarà per sempre, così come tutti i dettagli che lo caratterizzavano: l’asfissiante odore del disinfettante e dei farmaci chemioterapici, il colore rosso delle chemio, il suono della macchinetta della terapia e quella strana sensazione di paura mista a voglia di vita che mi avvolgeva ogni volta che mi sdraiavo sulla poltrona. Era il 23 marzo 2021 quando la mia vita cambiò. Da allora è nata una nuova Cristina; difatti, esiste una Cristina prima e dopo il cancro. Ad oggi sto conoscendo questa nuova persona, sto cercando di gestire le sue ansie e i suoi timori, legati alla scoperta della mutazione genetica BRCA1. Ad oggi, Cristina è su una barca in mezzo al mare quieto, stanca dopo aver combattuto e vinto le onde del mare in tempesta. Cristina è lì, sta remando verso la sua isola della felicità. Non c’è certezza su quanto tempo ci vorrà per raggiungerla, ma una cosa è certa: Cristina sta remando con tutte le sue energie, contro qualsiasi intemperia.