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Attilio
7 Luglio 2020
Sono le 3.37 del mattino .Sono un marito che non riesce a dormire per gli innumerevoli pensieri, sono stanco, attonito. Ho un giardino meraviglioso nel quale, in un giorno di tempesta, si salvarono due fiori, unici al mondo. Uno dallo stelo grande e con grandi petali rosa,l’altro dallo stelo piccolo e con petali azzurri. Dopo un po di giorni un destino beffardo, un brutto vento, spezzò lo stelo del mio amato fiore rosa. Incredulo, dispiaciuto e meravigliato mi chiedevo come fosse potuta accadere una simile disgrazia e di quanto fossero state vane le mie attenzioni e le mie precauzioni nei suoi confronti. Avevo cercato invano di proteggerlo con tutte le mie forze. Avevo preso cura cercando di fare il possibile senza avere un riscontro positivo, preso dallo sconforto iniziavo a sentirmi inutile, impotente di fronte ad una tale disgrazia, non riuscivo a trovare una soluzione e non sapevo più a chi chiedere aiuto, non sopportavo vedere di giorno in giorno che il mio fiore perdesse la sua solarità. Un certo punto mi ricordai di una vecchia leggenda che raccontava sempre mia nonna. Raccontava che se in una notte di luna piena ci si dirigeva nel bosco con la disperazione nel cuore ma con tanta speranza, si poteva invocare “Madre Natura” che avrebbe cercato di esaudire i desideri di chi l’avesse invocata. Aspettai la serata giusta e mi avviai nel bosco insieme al mio amato fiore; durante il viaggio però mi accorsi che il suo stelo era diverso, non aveva più quel colorito giallo e lucente come un sorriso di luce pieno di dolcezza e serenità. Affrettai il passo sempre più preoccupato. Arrivai al centro del bosco, senza paura e a gran voce invocai “Madre Natura”; non accadde nulla per un pò; ma poi il cielo iniziò a riempirsi di stelle tanto luminose che rischiaravano il bosco, e li mi accorsi che non ero l’unico ad aspettare “Madre Natura” ma erano in molti a portare il proprio fiore rosa. All’improvviso si sentì un rumore assordante, gli alberi iniziarono a scrollarsi e magicamente si aprirono formando un varco, come volessero fare spazio e tutti gli animali si misero in cerchio, le farfalle si posarono nel cerchio come fossero un tappeto colorato, tutti gli uccelli portavano a noi delle ghirlande e noi le indossavamo con grande gioia. Tutti intorno avevamo lo stesso sguardo, la stessa paura, la stessa disperazione. Pensavo tra me e me se avessi fatto veramente bene, e se quello fosse veramente il posto cui portare il mio fiore rosa. Mi sentivo confuso e stranito quando ad un tratto un silenzio assordante irruppe tra tutti gli animali, quando dal profondo della terra apparve “ Madre Natura”, ero immerso nella sua bellezza, nel suo fascino e nella sua lucentezza e mi domandavo se tale bellezza avrebbe potuto guarire il mio fiore. Mi distolse da tale pensiero a sua voce, imponente ma al tempo stesso delicata e rassicurante, quasi celestiale, mi chiamò davanti a sé ed io impaurito mi diressi verso di lei con il mio fiore tra le mani. lei lo prese quasi coccolandolo, e con delicata sicurezza lo portò verso di lei e fu a quel punto che i miei dubbi scomparvero e mi affidai a lei, lei si allontanò e mi esclamò con voce potente che per guarire il mio fiore ci sarebbe voluto molto tempo e molta pazienza e che solo con la forza del mio amore sarei riuscito a salvarla, mi disse che alla fine del bosco si trovava una fontana magica con dei folletti che avrebbero bagnato il fiore, e che dovevo recarmi li ogni venti giorno. Mi avvertì che il percorso sarebbe stato tortuoso, pieno di ostacoli e peripezie e che avrei visto il mio fiore soffrire talmente tanto da sentirmi inerme difronte a tale sofferenza, mi disse che io sarei dovuto essere forte, non mi sarei dovuto arrendere e una volta pronto avrei dovuto riportare il fiore da lei in modo da far guarire il suo stelo. Il giorno dopo mi incamminai cercando la sorgente magica, camminai per alcune ore, affaticato guardai il mio fiore e lo vidi quasi senza vita intento ad arrendersi. Presi coraggio e ripresi il cammino fino a quando vidi davanti a me un grande prato verde; ma non ero solo, vi erano numerose persone, ognuno con il suo fiore ammalato, sopra di noi tante farfalle colorate che svolazzavano in modo armonioso come se volessero allietare , con la loro bellezza, la disperazione di tutte le persone in attesa. Tutti erano in silenzio, si percepiva nell’aria le urla di speranza di tutti noi, non avrei mai pensato di vedere tutti questi fiori ammalati, il mio cuore sembrava volesse implodere, forse paura, sconforto, ma rintuonavano nella mia mente le parole di “Madre Natura”. Cercavo di reagire e farmi forza senza dubbi ne perplessità, tutto per il mio amato fiore. I miei pensieri vennero interrotti dal momento in cui arrivò il turno del mio fiore, i folletti bagnarono con cura il mio fiore con questa acqua magica, e continuammo cosi ogni venti giorni. Notai tanti cambiamenti nel mio fiore,durante questo periodo perse tutti i petali era svigorito, sfibrato, frustrato, accasciava di giorno in giorno, durante questo periodo pensavo di perdere il mio fiore, non vedevo una via di uscita, troppi erano stati i cambiamenti da farmi perdere la speranza. L’amore e la passione che avevo per il mio fiore mi spingevano ad andare avanti e ad affrontare questo dolore, sapevo che la mia vita non sarebbe stata più la stessa senza il mio fiore, mi stupivo di me stesso e non riuscivo a capire da dove prendevo tale forza d’animo dato, che anche io ero sopravvissuto ad una tempesta sconosciuta. Dopo circa un anno tormentato, intriso di dolore fisico e morale, i folletti mi dissero che potevo tornare da madre natura, ero felice e nello stesso tempo avevo paura perchè sapevo che ancora c’era molta strada da affrontare per rivedere il mio fiore risplendere. Il giorno dopo andai nel bosco per invocare nuovamente “Madre Natura”. Fu cosi delicata nei confronti del mio fiore e con una luce magica cercò di suturare lo stelo e con voce dolce e rassicurante disse di riprendere il fiore e tenerlo a riposo e aspettare ancora per un po. Andai con il mio fiore a casa notavo un miglioramento, sembrava stesse meglio, vedevo in lei quel colore che ultimamente aveva perso, era molto stanca, ma era a casa insieme a me. Mia moglie è stata operata una settimana fa, sappiamo che ancora c’’e tanto da affrontare, ma se ripenso ad un anno fa quando l’oncologa mi aveva chiaramente che sarebbe stato difficile abbiamo avuto molta paura, sono felice che mia moglie sia qui con me insieme a mio figlio “ il piccolo fiore azzurro” . Siamo ancor più forti e uniti, quindi si combatte, l’importante è restare insieme con la forza dell’amore e l’unione della famiglia . SCRITTO DA: MINCHELLA SANDRA E MARSELLA ATTILIO IDEATO DA: MARSELLA CRESCENZO